La libertà è dialogica
Pubblicato su Uninews Tor Vergata n. 3, giugno 2024. Visualizzabile e scaricabile qui.
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Cosa distingue l’educazione dall’indottrinamento? Dove termina l’autorità dell’insegnante e inizia l’autocoscienza dell’allievo/allieva? Domande tutt’altro che accademiche, quando ci si rende conto del valore fondamentale della relazione educativa come rapporto tra soggetti autonomi, ma in posizioni differenti l’uno rispetto all’altro. Le concezioni oggi dominanti nell’educazione si contrappongono sull’aspetto più politico di questa relazione: da un lato, la necessità di formare il pensiero critico e creativo, tipica della pedagogia critica; dall’altro, il bisogno di trasmettere conoscenze e competenze in modo efficace, tipico del funzionalismo pedagogico. Lo scontro verte sulle priorità e le reciproche accuse di autoritarismo e indottrinamento. Ma l’autoritarismo indottrinante si basa sull’imposizione deliberata delle conoscenze; la libertà in pedagogia è invece data dal dialogo tra i soggetti coinvolti, le cui domande generano altre domande e costruiscono collettivamente il sapere. La prospettiva dialettica, nell’esempio della coscientizzazione proposta da Paulo Freire, si pone come antidoto a ogni coercizione educativa.
L’idea che l’educazione sia un atto politico, per il fatto di avere conseguenze reali sui rapporti sociali, è stata oggetto di aspre critiche da parte di chi vede indebite ingerenze di interessi ideologici in un processo formativo che dovrebbe essere neutrale. Freire stesso, negli anni del governo conservatore in Brasile, è stato accusato di essere «il padre dell’indottrinamento nelle scuole», interessato a «convertire i giovani al comunismo» attraverso la politicizzazione di materie neutre. Ciò ha dato adito, per un drammatico periodo, a un’induzione all’autocensura di educatori e educatrici, con denunce sui social network come gente interessata a fare attivismo di partito nelle scuole. Il sottinteso è: escludiamo la politica dalla scuola e dall’accademia, per non favorire determinati partiti, dando spazio a ciò che conta davvero, ossia la formazione per competenze tecniche.
Il problema di questa prospettiva, ostile alla politicità dell’educazione, è duplice. In primo luogo, si crede nella neutralità del sapere e dei modi di trasmissione dello stesso; ma la scuola non è avulsa dalla società, tanto che l’idea di formazione per competenze ha essa stessa un valore politico, per favorire un certo modello di sviluppo sociale. In secondo luogo, si confonde la politicità con la manipolazione delle coscienze e l’imposizione di una specifica weltanschauung. Qui si può comprendere la distanza che separa l’educazione dall’indottrinamento: nel modo in cui viene impostato l’intero processo di insegnamento-apprendimento. Freire sostiene che un processo basato sulla mera trasmissione a senso unico, priva di interazione dialogica tra docenti e corpo studentesco, impedisca il coinvolgimento, la curiosità e il ragionamento sulle conoscenze acquisite; questo implica assorbire in modo acritico il sapere, accettarlo per come viene posto, senza poterne prendere coscienza di valore. Ossia, la definizione di indottrinamento.
Al contrario, la coscientizzazione è basata sullo scambio di informazioni, sul processo di domanda-risposta-azione che porta a dare significato concreto al sapere condiviso. L’educazione dialogica, apertamente politica, è pertanto l’esatto contrario dell’indottrinamento, in quanto la discussione sulle conoscenze rende impossibile la manipolazione e l’imposizione concettuali. Dare spazio alle domande implica poter dissentire, rielaborare le informazioni, proporre interpretazioni differenti, interagendo tra pari per la costruzione socialmente condivisa del sapere. Nella partecipazione dialogica alla relazione educativa si trovano le radici della democrazia e, dunque, della libertà come mezzo e come fine della pedagogia.
Consigli di lettura
• M. Adrianopoli Cardullo, Paulo Freire: un percorso di apprendimento e coscientizzazione, Genova, Le Mani Università, 2004.
• M. Ferrari, Educazione e democrazia in Paulo Freire. Una rilettura critica, Napoli, Guida editori, 2021.
• P. Freire, L’educazione come pratica della libertà, Milano, Mondadori, 1974.
• W. Kohan, Paulo Freire, più di sempre. Una biografia filosofica, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2023
• P. Reggio, Reinventare Freire. Lavorare nel sociale con i temi generatori, Milano, Franco Angeli, 2017.